Boomdi solleciti di pagamento e decreti ingiuntivi in Provincia di Massa Carrara. Triplicati solo negli ultimi due mesi. Sono sempre più le imprese del settore costruzioni costrette a rivolgersi all’avvocato per tentare, attraverso le vie legali, di ottenere il pagamento delle fatture. E spesso non è detto che ci riescano. Complice una stretta di mano che non sempre porta ad un contratto scritto per suggellare un accordo è sempre più dura essere pagati. Una crescita esponenziale collegata “all’aumento dei furbetti, che sfruttano la crisi per non pagare, dilazionare e far soffrire le imprese con estenuanti trattative e richieste, che intanto hanno eseguito i lavori e hanno già pagato i materiali – spiega Giovanni Pinelli, Presidente Cna Costruzioni Massa Carrara – Per 2 mila euro di lavoro spesso non conviene nemmeno rivolgersi all’avvocato per ottenere quei soldi magari 1-2 anni dopo, ma di questo passo saremo costretti a mandare a casa tutti, e a chiudere le imprese”. E sono proprio i furbi, come li chiama Cna Massa Carrara (info su www.cna-ms.it), a tenere in scacco matto l’occupazione e ad allungare la fase di sofferenza delle imprese. “Il privato dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza – spiega ancora Pinelli – non si rendono conto del danno economico che stanno provocando, spero inconsapevolmente. Purtroppo non possiamo non constatate che, in questo momento, i mancati pagamenti rappresentano il principale ostacolo alla stessa sopravvivenza delle imprese edili. Il tessuto locale è formato da piccole imprese, con 2 massimo 5 addetti; si tratta di imprese che camminano sul filo del rasoi. Anche una piccola commessa non pagata, oggi, può significarne la chiusura”. L’altro bersaglio degli edili sono nuovamente gli amministratori dei condomini, già “segnalati” negli scorsi mesi e inseriti tra i cattivi pagatori. “Sono pochi quelli seri – conclude Pinelli – giocano a nascondino e hanno trasformato il contratto in un boomerang per le imprese. Non ci tutela nemmeno più la carta. Trovano scuse su scuse per rimandare pagamenti o per farsi abbassare il prezzo segno che non ci è riconosciuta nemmeno la dignità di impresa e, prima di tutto di lavoratori. Anche loro stanno sfruttando la crisi ma intanto le imprese affondano lentamente, e con loro, i posti di lavoro”.