2010 da dimenticare per l’artigiano e le piccole imprese apuane. A trascinare verso il baratro l’artigianato la pessima performance dell’edilizia (-8,8%) che non riesce ancora, nonostante il perdurare della crisi, a risollevare la testa complice anche la crisi del settore immobiliare. Non solo si costruisce meno (-11,4%), ma anche le manutenzioni sono in frenata (-18,3%). Perso a livello complessivo il 6,6% di fatturato a livello provinciale contro il 6,2% regionale con scorse ancora negativi per manifatturiero (-2,2%) e servizi (-9,7) a causa delle cattive prestazioni del settore riparazioni (-7,7%) e trasporti (-6,8%), lapideo (-7,4%) mentre si iniziano ad intravedere le prime luci per la metalmeccanica (+3,1%), per il settore moda che resta in perdita, ma lieve (-0,4%), e per la cantieristica navale (+1,5%). In Toscana, per la prima volta dopo tanto tempo, la Provincia Apuana sta meglio di altre, segno che la crisi sta allentando la sua morsa ma il terreno perso negli ultimi tre anni sarà difficilmente compensato nel breve periodo. A marcare un trend, finalmente più in chiaro, che in scuso, il dato sull’occupazione; se a livello regionale sono “generalmente negativi”, a livello provinciale si registrano variazioni positive in quattro province su dieci: Massa Carrara è tra queste (+0,3%). Ma si tratta di un dato “non reale”: è vero che l’occupazione è flebilmente cresciuta, ma è anche vero che il tasso di disoccupazione  complessivo è tra i più alti della Toscana.

Sono alcuni dei principali dati forniti dall’indagine campionaria condotta dall’Osservatorio Regionale Toscano sull’Artigianato analizzati da Cna Massa Carrara (info su www.cna-ms.it) che mettono in evidenza il perdurare di una sofferenza sempre più marcata e diffusa per l’artigianato locale. “I dati riflettono quanto abbiamo più volte sostenuto – spiega Dino Sodini, Presidente Provinciale Cna – la forza della crisi si sta indebolendo ma abbiamo ancora davanti un 2011 di difficoltà. Serviranno ancora diversi anni per tornare ai dati positivi, se pur molto flebili, del 2004 o degli anni precedenti. Le imprese hanno continuato a perdere fatturato nel 2010 ma in misura molto minore, intorno al 50%, rispetto al 2009. L’apici della crisi è superato ma il dato reale, che l’indagine non tiene conto, è molto più negativo. Siamo lontani dalla compensazione”. Percentuali, quelle dell’Osservatorio che hanno inevitabilmente ripercussioni sulla comunità alla luce anche delle dolore chiusure di Eaton e di altre importanti aziende. Da non sottovalutare i casi del Cermec, sulla via del fallimento, ErreErre, il buco dell’Asl che certo non hanno aiutato le imprese, che hanno intrattenuto rapporti di lavoro, a superare la fase più critica.  E ancora la scarsa capacità degli enti pubblici di favorire le imprese locali nelle già risicate gare pubbliche. “La crisi spinge l’occupazione verso modelli di precarietà per effetto della migrazione da un posto di lavoro ad un altro – conferma Sodini – ma il modello artigianale ha confermato un’importante tenuta in questa voce. E’ un modello di coesione sociale che ha permesso, alla nostra economia, di non esplodere. Il grande volume di cassa integrazione ancora attivo è indice di uno stato di sofferenza diffusa, e la crescita, leggerissima dell’occupazione, è rispetto a quanto abbiamo perso, troppo poco”. Il numero uno degli artigiani rivolge l’attenzione nei confronti di “politiche sbagliate” che non “hanno aiutato le imprese artigiane”. I casi sotto la lente di in gradimento riguardano le gare di appalto che hanno provocato una sorta di “crisi di identità delle imprese apuane”. “Sono convinto che non sia una questione di capacità – sottolinea Sodini – le ultime gare assegnate a livello territoriale sono andate ad aziende che arrivano da fuori. Le nostre imprese non sono di serie B come qualcuno vuole far credere. Serve più attenzione, lungimiranza e capacità di premiare la territorialità per evitare il tracollo economico – spiega rivolgendosi agli Enti Locali – la presenza dell’artigianato e delle piccole imprese fino ad oggi ha impedito il peggio. Ma fino a quando?”. Emblematico, in ordine cronologico, il caso del Consorzio Etruria a livello regionale: simbolo di un crack annunciato. Il dato sull’edilizia in realtà, come analizza il Presidente Provinciale del comparto costruzioni di Cna, Giovanni Pinelli, potrebbe “essere ancora più pesante. Ci sono decine di aziende che sono a rischio chiusura ”. A minare le costruzioni, insieme alla crisi del mattone, l’arresto dei lavori pubblici e privati. “I lavori sono sempre meno, e mal pagati – analizza ancora – il pubblico, complice tagli, ha diminuito le opere mentre il mercato privato è completamente fermo. Se poi aggiungiamo le difficoltà a riscuotere i crediti il quadro è delineato”.

Un dato che conforta è quello della cantieristica navale. Un dato che Carlo Alberto Tongiani, Presidente Provinciale Cna Nautica invita a leggere con ottimismo. “E’ ancora molto poco per un settore che ha perso, nel 2009, il 30% del fatturato. Significa che c’è una ripresa, pur lenta che sia – commenta – e questo è un dato di fatto positivo”. Impossibile non citare il porto turistico: “Abbiamo già analizzato l’importanza – conclude Tongiani – del porto turistico per la diportistica, per il turismo, per l’economia di questo territorio. Le aziende, oggi insediate nella Zia, stanno aspettando ormai da troppo il completamento di un processo che potrebbe salvare questa provincia”.