Reverse Charge e Split Payment, applicati dal 1° gennaio improvvisamente alle imprese, rischiano far chiudere molte più aziende che la crisi, poiché causano gravissimi problemi di liquidità per le imprese di questi settori che lavorano con le pubbliche amministrazioni e con altre aziende.

SI TRATTA DI OLTRE 80.000 AZIENDE ARTIGIANE IN TOSCANA

Per moltissime aziende l’estensione del Reverse Charge alle installazioni di impianti e al completamento e demolizione di edifici, prevista dalla Legge di Stabilità insieme al meccanismo dello Split Payment, è fonte di enormi preoccupazioni.

A causa di queste misure il fornitore della prestazione non riscuote l’Iva: dall’ente pubblico-debitore nel caso dello “Split Payment”, dai clienti soggetti passivi nel caso del “Reverse Charge”.

Obbligando a fatturare senza Iva a debito, si rischia di creare gravissimi problemi di liquidità alle imprese che operano nel settore dell’impiantistica e dell’edilizia e che lavorano con Enti e Amministrazioni pubbliche e con altre aziende. Per molte imprese artigiane si tratta di quote che arrivano anche al 90% del fatturato.

Inoltre, ad oltre un mese dalla entrata in vigore dei due meccanismi, mancano ancora precise indicazioni da parte dell’amministrazione finanziaria e sono ancora tantissimi i dubbi sulla concreta portata applicativa delle disposizioni e sulla loro corretta interpretazione.

Commenta il direttore CNA Toscana Saverio Paolieri: “Reverse Charge e Split Payment sono state introdotti per contrastare le evasioni Iva, un proposito che CNA condivide in pieno e senza riserve. Non è però accettabile che, per combattere pochi evasori, il governo abbia scelto di penalizzare migliaia di imprenditori onesti e corretti i quali, lavorando con gli enti pubblici nell’edilizia, nell’impiantistica, nelle pulizie ed in alcuni comparti della distribuzione organizzata, vedono maturare crediti IVA talmente alti che non è possibile compensare. Reverse charge e split payment impongono infatti una procedura burocratica onerosa e con tempi d’attesa troppo lunghi per il rimborso dei crediti IVA che legittimamente spettano alle imprese. Questa situazione rischia di far precipitare la già delicatissima situazione finanziaria delle aziende che operano in questi settori e aprire enormi, forse irrisolvibili, crisi di liquidità aziendale. Per questo motivo CNA chiede a Governo e Parlamento di intervenire immediatamente su tali problemi e a questo fine ha sollecitato i parlamentari eletti nella regione”.