127 cessazioni a fronte di 58 aperture: Cna Massa Carrara analizza i dati dell’Osservatorio regionale sull’Artigianato relativi al gennaio 2014. Credito una priorità.Paolo Bedini, Presidente Provinciale Cna:“Un disastro ma importante guardare futuro con fiducia”.
Il 2014 inizia con l’apertura di 58 imprese artigiane, ma il saldo parziale resta ancora pesantemente negativo. Le imprese costrette a gettare la spugna sono state 127 (il 6,6% delle 1.935 imprese chiuse!). Quasi la metà (48,8%) appartengono al settore delle costruzioni che continua a soffrire più degli altri. Massa è il comune più vivace con il 36% di nuove imprese. Segni di vitalità anche dalla Lunigiana con il 24%, mentre a Carrara hanno scelto di investire il 32% delle neo realtà imprenditoriali. Pontremoli il comune più dinamico. A dirlo è l’analisi di Cna Massa Carrara sulla base dei dati dell’Osservatorio Regionale sull’Artigianato secondo cui il saldo parziale, quindi tra aperture e cessazioni, è purtroppo in difetto (-69%) tra i più bassi comunque a livello regionale (info su www.cna-ms.it). “I numeri hanno il triste linguaggio di certificare il tributo che le imprese artigiane hanno pagato, e continuano a pagare, alla crisi. Un disastro” commenta Paolo Bedini, Presidente Provinciale Cna Massa Carrara che però non vuole rinunciare a guardare con fiducia al futuro. “Il rigore è stato necessario – spiega – ed è stato senza ombra di dubbio utile. Ma il rigore senza investimenti e senza il rilancio dei consumi porta all’indebolimento progressivo e alla distruzione del sistema produttivo”.
Le nuove attività spaziano dalla classica azienda edile con il settore costruzione che da solo vale ben il 48,3% al panificio e la classica pizzeria passando per aziende specializzate in meccanica, pulizie e servizi fino al centro estetico “figlio” di una delle partecipanti ai corsi del Centro Servizio per l’Artigianato di Cna Massa Carrara. Il 29%, pari a 17 delle neo-aziende appartiene al settore servizi, il 22,4% (13) a quello manifatturiero. Il quadro statistico è praticamente identico se visto dalla parte delle cessazioni: oltre alle 62 aziende delle costruzioni ko, il 26,8% appartengono ai servizi, mentre il 24,4% al manifatturiero.
L’agenda di Cna per garantire la sopravvivenza delle aziende già costituite e fermare l’emorragia di chiusure è ormai ben nota: riduzione del carico fiscale, semplificazione burocratica, promozione ed accesso al credito. E proprio il credito è al centro di una riflessione del Presidente provinciale degli artigiani che plaude all’iniziativa della Camera di Commercio per fare chiarezza sulle storture che portano il denaro a costare fino a due punti percentuali in più per le imprese apuane. “Le idee, l’intraprendenza, la capacità e l’intuizione imprenditoriale possono poco se non sono adeguatamente sostenute dal sistema del credito – conclude – la flessione della raccolta denunciata è un segnale che ci preoccupa ancora di più di altri fattori. È un segnale che richiede cautela, perché senza imprese non c’è lavoro e senza lavoro non c’è futuro”.