Le novità sull’aggregazione della domanda e nuovo Codice degli appalti al convegno organizzato da CNA a Prato.

Le costruzioni sono un settore che ha sofferto pesantemente della crisi che dal 2008 ha colpito l’economia mondiale. Ed è in particolare l’edilizia artigiana ad avere accusato in questi anni i colpi più gravi: – 80351 imprese, di cui quasi 10.000 in Toscana.

E’ partito dai dati della crisi il convegno su “Mercato Pubblico. Aggregazione della domanda e nuovo codice degli appalti”, ha consentito di aprire con imprese, istituzioni ed esperti CNA una approfondita riflessione sul tema dei Soggetti Aggregatori e del Nuovo Codice Appalti, argomento particolarmente critico per il sistema delle pmi toscane anche in prospettiva delle gare di appalto che la Regione Toscana andrà a definire nelle prossime settimane.

Il convegno, promosso venerdì 6 aprile da CNA Toscana e CNA Toscana Centro in collaborazione con ANCI Toscana, si è svolto a Prato, nella sede del CITEP, il consorzio nato  nel 1976 cui aderiscono oltre 70 imprese artigiane.

Ha aperto i lavori la Presidente CNA Toscana Centro Elena Calabria, la quale ha sottolineato come “dal nuovo codice degli appalti ci attendevamo in primo luogo una sburocratizzazione, mentre vediamo affacciarsi mega gare d’appalto alle quali le piccole imprese non sono in grado di partecipare neppure in forma aggregata”.

“CNA Toscana ha formato un gruppo di lavoro sugli appalti – ha informato il Presidente CNA Toscana Andrea Di Benedetto – per essere in grado di fare proposte nell’interesse delle imprese”.

“Un dato sconvolgente è il quadro di quanto il settore delle costruzioni ha accusato la crisi – ha dichiarato il Presidente CNA Costruzioni Toscana Andrea Nepi – Il bilancio dei posti di lavoro persi per il settore rimane elevatissimo, equivalgono ad una città delle dimensioni di Genova”. E continua: “Sono stato eletto presidente di CNA Costruzioni nella fase forse più critica della crisi, all’inizio del 2011; pochi mesi dopo è stata avviata la procedura di concordato per Consorzio Etruria e BTP e tutti noi ben sappiamo cosa quel ciclone ha significato per centinaia di imprese artigiane”.

In quella fase complicata, con una sinergia tra le strutture consortili toscane e emiliane, CNA ha partecipato alla gara per la manutenzione impiantistica delle strutture dell’azienda regionale per il diritto allo studio universitario, una delle principali gare bandite in Toscana nel 2012, divisa in tre lotti vinti dall’ATI promossa da CNA Toscana.

“Questa gara – continua il Presidente CNA Costruzioni Toscana – è stata una grande opportunità di avviare un percorso di collaborazione e crescita delle nostre strutture di consortili che purtroppo non ha avuto seguito. Il prossimo ottobre la gara scade e, per la legislazione nazionale sui soggetti aggregatori, questo appalto entrerà in una gara unica sulle manutenzioni da un importo previsto per oltre € 500milioni. CNA ha il dovere di attrezzare le imprese che vogliono partecipare a queste gare; ripartiamo dall’esperienza toscana e proviamo ad avviare un percorso di livello nazionale che preveda la creazione di un nostro soggetto che aggreghi strutture consortili e imprese del settore edile, impiantistico, delle pulizie e di tutti settori che partecipano al mercato pubblico; dall’altra bisogna con forza portare la politica a mettere mano al Codice Appalti riconducendolo realmente ai principi delle Direttive Comunitari da cui deriva”.

Sui processi di aggregazione della domanda si sta già definendo una solida giurisprudenza, sulla quale l’Avv. Gaetano Viciconte ha fatto un puntuale excursus. Viciconte ha anche annunciato che è in preparazione la IV edizione del manuale sulla procedura per l’affidamento degli appalti di lavori pubblici di valore inferiore alla soglia di rilevanza comunitaria, strumento valido ed utilizzabile non solo dalle imprese, ma anche dalle Pubbliche Amministrazioni.

“Il nuovo codice, ancora incompleto, manca di chiarezza – ha commentato il Presidente Nazionale CNA Costruzioni Enzo Ponzio – CNA sta stilando una black list delle cose che non vanno e predisponendo proposte da presentare al prossimo governo al fine di migliorare questo codice”.

Simone Gheri, direttore di ANCI Toscana, ha dichiarato che ANCI è un convinto sostenitore della suddivisione in lotti, poiché le piccole imprese sono la ricchezza del territorio e quindi bisogna dare loro la possibilità di partecipare alle gare. Però “ci vuole da parte delle imprese uno sforzo di aggregazione: piccolo non è più bello né per le amministrazioni pubbliche né per le imprese, dobbiamo fare tutti un salto di qualità”.

Valerio Barberis, Assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici del Comune di Prato, dopo avere sottolineato le difficoltà esistenti anche per la pubblica amministrazione, ha detto che le risorse ci sono, servono i progetti per tradurle in opere. Alzando il livello dei progetti e puntando sull’innovazione, si può entrare nel merito di quali sono gli elementi che fanno parte dell’offerta economicamente più vantaggiosa. E’ questo una sfida che sicuramente le imprese più qualificate sanno cogliere”.

Dopo alcuni interventi dal pubblico che hanno nuovamente evidenziato i limiti del nuovo codice, e in particolare i limiti della pubblica amministrazione che lo applica nella maniera più restrittiva per tutelare sé stessa, l’Assessore alla Presidenza della Regione Toscana, Vittorio Bugli, ha affermato che “il Paese è 65 miliardi indietro rispetto alle opere che dovrebbero essere fatte. Se si vuol far ripartire l’economia, bisogna fare investimenti”. E, dopo avere illustrato i freni imposti alla pubblica amministrazione in particolare dal pareggio di bilancio e dalla nuova normativa, ha mostrato grande disponibilità ad affrontare velocemente le problematiche insieme alle Associazioni di categoria.

I DATI DELLA CRISI NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI

 

Le costruzioni sono un settore che ha sofferto pesantemente della crisi che dal 2008 ha colpito l’economia mondiale. Ed è in particolare l’edilizia artigiana ad avere accusato in questi anni i colpi più gravi: – 80351 imprese, di cui quasi 10.000 in Toscana. Dall’inizio del 2008 gli occupati nelle costruzioni si sono ridotti di oltre 570mila unità (-28,8%), attestandosi, al terzo  trimestre  2017,  a  circa  1,4  milioni  di occupati, dai quasi 2milioni di nove anni prima. Questo dato tiene in considerazione sia i lavoratori dipendenti che indipendenti (imprenditori, liberi professionisti, lavoratori in proprio, ecc.).

Un comparto che in Toscana è ancora in forte difficoltà, come testimoniano i dati.

Erano infatti 50.116 le imprese artigiane delle costruzioni nell’anno 2008 e sono 40.426 al 31 dicembre 2017, quindi -9.690  imprese. E c’è da tener presente che anche nel 2017 le cessazioni hanno superato le nuove imprese: 3.276 a 2.434 = – 842 imprese.

Per guarda più nel particolare, in provincia di Prato nell’anno 2008 l’edilizia artigiana contava 3.721 imprese; al 31 dicembre 2017 sono 2.922, cioè 799 imprese artigiane in meno (nell’anno 2017 sono nate 162 nuove imprese, mentre 269 sono le cessate).

In provincia di Pistoia nell’anno 2008 le ditte edili artigiane erano 4.900,  al 31 dicembre 2017 sono 3.811, quindi ne sono scomparse 1.089 (nell’anno 2017 sono nate 222 nuove imprese, 303 sono cessate).

In totale nelle due province nel periodo preso in considerazione sono sparite 1.888 imprese artigiane del settore delle costruzioni.