“Durante la furiosa diatriba dei taxisti contro Palazzo Vecchio che ha comunicato l’aumento di 100 licenze in città – spiegano CNA Fita, Anitrav, Confcooperative, FAI/Confcommercio – siamo volutamente rimasti fuori dalla disputa, ma non possiamo accettare che la merce di scambio tra nuove licenze e l’ insoddisfazione dei taxisti siano le imprese che svolgono un servizio di qualità, secondo precise normative e assolutamente non in concorrenza con il servizio taxi. Ovviamente stiamo parlando di imprese: non rappresentiamo certo chi senza alcun titolo esegue un trasporto di terze persone, peraltro fenomeno denunciato più volte agli organi di controllo. Chiediamo pertanto al Sindaco Nardella di convocarci urgentemente: anche il mondo dell’autonoleggio con conducente deve essere coinvolto nella discussione sulla legalità nell’ambito del trasporto pubblico non di linea.”

E affondano: “Non si può accettare che si scambi il concetto di legalità con l’unico vero obiettivo di difendere la propria rendita di posizione che sulla piazza di Firenze vale € 350.000 a licenza. Notiamo piuttosto che sempre più il mondo dei taxi vorrebbe avvicinarsi ad un mercato e a servizi che la normativa che lo regola non gli consente di fare: tariffe predeterminate per località esterne all’ambito comunale e anche alla regione e servizi su prenotazione”.

Un’ultima osservazione, certo non per importanza: “E’ inaccettabile il tentativo di sostituirsi alle forze dell’ordine e in modo a volta anche arrogante minacciando gli NCC mentre stanno lavorando (quindi con i clienti a bordo). Ognuno deve rispettare il proprio ruolo e il proprio ambito di lavoro: sono le istituzioni e le forze dell’ordine che eventualmente hanno il compito di fare i controlli, e non certo in un’unica direzione. Il taxista sceriffo non serve, anzi rischia di innescare un meccanismo pericoloso anche sotto il profilo dell’ordine pubblico”.