Nella versione della Legge di Stabilità 2015 all’esame del Parlamento è presente un articolo che impone un taglio robusto al finanziamento per l’attività dei patronati. Una scelta che mette in seria difficoltà l’attuale impianto organizzativo dell’intero sistema dei patronati italiani, che non potrà più garantire né la gratuità nell’accesso alle prestazioni che rendono esigibili i diritti sociali, né il supporto agli enti previdenziali che oggi ne consente il funzionamento. Gli enti previdenziali non sono infatti in grado di gestire le istanze dei cittadini da quando ormai hanno progressivamente chiuso gli sportelli al pubblico e demandato tutte le procedure al sistema informatico. La tensione sociale che sarebbe scaturita dalla mancanza di interlocuzione diretta tra cittadini ed Inps è stata contenuta grazie all’intervento dei patronati, che svolgono un importante ruolo suppletivo rispetto all’ente.

Ogni giorno migliaia di operatori del Patronato lavorano con l’unico obiettivo di aiutare tutte le persone, senza alcuna distinzione, ad orientarsi tra le tante normative e iter burocratici, facilitando il loro rapporto con la Pubblica amministrazione; agevolandole nella compilazione e presentazione delle domande agli Enti previdenziali e assicurativi; accompagnandole fino al riconoscimento dei loro diritti.

Il taglio lineare e indiscriminato previsto nella legge di Stabilità non comporterà affatto un “risparmio”, anzi paradossalmente quei servizi che i Patronati non saranno più in grado di erogare si ribalteranno moltiplicati, perché i bisogni dei cittadini non scompaiono per magia, ma restano e si aggravano generando altri costi.

Tuttavia CNA ha la consapevolezza che in questa difficile fase del nostro Paese tutti devono essere disposti a dare il proprio contributo e sta elaborando una proposta di riforma della legge sui Patronati in un confronto aperto e costruttivo con le altre Organizzazioni del mondo del lavoro autonomo (Artigianato, Commercio e Agricoltura).

L’intervento di Valter Marani, Direttore Generale del Patronato EPASA, rispecchia quanto sopra affermato:
“In queste settimane abbiamo lavorato, praticamente in maniera esclusiva sul tema dei tagli ai patronati, sia per illustrare ai vari soggetti istituzionali e politici quali potrebbero essere le conseguenze del provvedimento, sia per individuare un percorso finalizzato alla rimodulazione dell’articolo 26 comma 10.
Il Patronato EPASA, anche grazie al validissimo protagonismo della CNA, in questi giorni ha effettuato relazioni e contatti per accreditare questa posizione.
Tuttavia ci sono tre passaggi che ritengo fondamentali, per l’affermazione della nostra strategia e dei quali è importante che voi ne siate a conoscenza.

Il primo riguarda la lettera, che abbiamo scritto il 28 ottobre al Presidente del Consiglio Renzi ed al Ministro del lavoro Poletti, con la quale abbiamo esplicitato la posizione dei patronati delle organizzazioni del lavoro autonomo e grazie alla quale è stato possibile attivare un canale di trattativa diretta con il governo.

Il secondo è stata l’audizione che le Organizzazioni di rappresentanza aderenti a RE.TE. Imprese Italia hanno avuto in Parlamento, il 30 ottobre, con le Commissioni riunite V Bilancio, tesoro e programmazione e 5a Programmazione economica e bilancio, nell’ambito dell’Attività conoscitiva preliminare all’esame dei documenti di bilancio per il 2015-2017, che sul tema dei patronati hanno rappresentato la posizione che vi riporto di seguito:

“In merito alle misure previste nella Legge di Stabilità 2015, i Patronati emanazione delle Organizzazioni aderenti a R.E TE. Imprese Italia ritengono che la riduzione del Fondo per il finanziamento degli Istituti di Patronato delineata dall’art.26, comma 10, sia di misura tale da compromettere la tenuta dell’intero sistema, in tal modo mettendo a rischio non solo le persone che nei Patronati operano, ma anche l’intero sistema di tutele e di accesso ai diritti che i Patronati rappresentano per i cittadini.
Inoltre, agendo sull’aliquota 2014 il taglio colpisce un’attività in larga parte già svolta, violando così il principio della certezza delle risorse, sulla base del quale i patronati hanno modulato fin qui la propria attività.
Il provvedimento non tiene conto, peraltro, neanche del valore che l’attività dei Patronati riveste per lo Stato stesso, se è vero che gli Istituti previdenziali, proprio per il ruolo di supplenza svolto dai Patronati, conseguono economie e risparmi nell’ordine dei 560 milioni di euro annui.
I Patronati delle Organizzazioni di R.E TE. Imprese Italia propongono, pertanto, una riduzione, nella misura più ampia possibile, del taglio di 150 milioni previsto per il 2015 ed il mantenimento dell’aliquota di finanziamento nella misura dello 0,226%, attualmente vigente, avviando nel contempo una ipotesi di riforma della normativa che, attualmente, regola l’attività dei patronati che, ferma restando la riaffermazione della loro funzione di pubblica utilità, ne ridefinisca ambiti, funzioni e competenze, prevedendo che solo alcune attività vengano finanziate per mezzo del Fondo di cui all’art.13, Legge 152/2001 di consistenza ridotta rispetto all’attuale, con la possibilità di finanziamento delle attività escluse dal Fondo mediante un ticket da richiedere ai cittadini quale forma di contributo alle spese.”

Il terzo passaggio è stato l’incontro il 4 novembre con il Commissario Tiziano Treu ed il Direttore Generale Mauro Nori dell’INPS, nel corso del quale abbiamo potuto illustrare le nostre ragioni ed abbiamo riscontrato, non soltanto una solidarietà, ma anche una forte preoccupazione dell’Istituto. Al termine di questo incontro abbiamo concordato di richiedere una audizione in parlamento per l’INPS, per poter illustrare il lavoro che i patronati fanno e quali risparmi in questi anni l’Istituto ha potuto fare, proprio grazie a questo nostro insostituibile supporto. La richiesta di audizione a firma di tutti i raggruppamenti è stata inviata mercoledì 5 novembre.
Ultimata questa prima, decisiva, fase siamo ora in attesa di un incontro formale con il ministro Poletti”.

A livello regionale, CNA Toscana nei prossimi giorni organizzerà un incontro con le altre Associazioni per giungere ad un confronto con i parlamentari eletti in Toscana e chiedere il loro appoggio nella discussione in Parlamento sul futuro dei Patronati.

A questo proposito riportiamo in allegato l’articolo pubblicato giovedì 6 novembre sul quotidiano La Nazione dal titolo PROPOSTA DELL’EPASA (CNA TOSCANA) ”Riforma sui Patronati”

La Nazione 05 11 2014