Superyacht: uno su quattro costruito a livello mondiale parla toscano-apuano. In provincia di Massa Carrara 159 aziende specializzate nella costruzione di navi ed imbarcazioni.

 Dai mega yacht (50 metri) al progetto del drone marino. La nautica riparte anche grazie all’elevata componente ultra-tecnologica ed innovativa, alla ricerca e alla personalizzazione, espressa dai cantieri insediati nella zona industriale apuana e dalla manualità degli artigiani che lavorano lungo tutta la filiera. E tra i capannoni si tornano a cercare con insistenza figure specializzate come i maestri d’ascia e verniciatori diventati negli ultimi mesi merce rara. I grandi capannoni dove nascono con pazienza e dettagli i super yacht più belli del pianeta hanno incassato, negli ultimi dodici mesi, commesse e nuove sfide.

La cantieristica ha invertito faticosamente la rotta. Ora possiamo dirlo. Lo confermano l’ultimo dossier della Camera di Commercio di Massa Carrara – crescono i fatturati (+0,1%) e gli ordinativi (+0,5%) – e Cna Nautica sulla base della lettura del rapporto sulle dinamiche e prospettive del mercato della filiera nautica da diporto.

Il distretto apuano continua a mantenere, nonostante la crisi e gli ultimi anni molto difficili, il primato di presenza con ben sei dei principali 30 cantieri mondiali insediati nella Zona Industriale Apuana: San Lorenzo, Azimut Benetti, Ferretti, Fipa Group, Overmarine, Cerri-Baglietto. Colossi della diportistica che producono il 25% degli yacht costruiti a livello mondiale (uno su quattro è realizzato in buona parte a Massa Carrara) e che in tempi non sospetti hanno investito sul territorio apuano rassicurati dalla prospettiva di uno sbocco sul mare e di un porto turistico. “Un ventennio dopo siamo ancora qui a parlare dello sbocco al mare ma lo stiamo facendo con più incertezze di qualche anno fa. – riprende uno dei temi più cari agli artigiani Carlo Alberto Tongiani, Presidente Cna Nautica Massa Carrara – Il progetto si è arenato perché la politica non ha voluto fare delle scelte chiare. Ha fatto ancora peggio: non ha dato risposte. Ha rimandato ed intanto abbiamo perso tempo, opportunità e sviluppo. Con lo sbocco al mare la crisi sarebbe stata meno pesante per tutta la filiera e per le famiglie che vivono sul territorio. Non sono stati nemmeno capaci di assicurare ai cantieri un travel lift adeguato all’interno del porto di Carrara che i cantieri avrebbero anche pagato di tasca propria. Questo – ribadisce – è un territorio che ha problemi ben più gravi di quelli economici”.

Malgrado un territorio complicato il consolidamento della ripresa sembra a portata di mano: “La ripresa riguarda i cantieri che costruiscono barche importanti. Siamo tornati ad avere problemi a reperire artigiani validi e specializzati. I più bravi sono tutti ingaggiati. Le figure più ricercate sono quelle del falegname e dei verniciatori. In questo momento – spiega ancora Tongiani – ci sono diversi progetti che stanno prendendo forma. Alcuni dei quali in stato avanzato. Le richieste maggiori sono per modelli tra i 24 ed i 50 metri che sono in costruzione. Ma nella nostra zona industriale stanno anche lavorando al progetto di un drone marino firmato da Overmarine che si guida in remoto destinato ad usi militari. I nostri cantieri sono una eccellenza mondiale. Ma nella nostra zona industriale stanno anche lavorando al progetto di un Drone marino firmato da Effebi (Società che appartiene allo stesso gruppo Overmarine che realizza i Mangusta) che si guida in remoto destinato con diversi utilizzi fra cui il salvaggio in mare. I nostri cantieri sono una eccellenza mondiale. Ma il territorio non sembra comprenderlo”. Cna intravede un nuovo potenziale anche nelle imbarcazioni più piccole: “i cantieri che producono imbarcazioni tra i 10 ed i 24 metri sono spariti. E’ un mercato in difficoltà. Servono politiche per rilanciarlo”.

La Toscana, ed in questo primato Viareggio e la provincia apuana sono elemento determinante, è la regione italiana che ha la maggiore concentrazione di imprese della nautica: 535 imprese del diporto dove lavorano oltre 3.000 addetti. Queste 535 sono imprese di produzione cantieristica nautica, mentre se si considera il più ampio sistema produttivo nautico (comprensivo non solo della produzione cantieristica nautica ma anche delle altre attività che ne compongono la filiera: subfornitura, servizi e riparazioni, commercio e noleggio) il dato oscilla intorno alle 2000 imprese con quasi 12.000 addetti. Sono 159 i cantieri specializzati nella costruzione di navi ed imbarcazioni nella provincia di Massa Carrara (fonte Isr – Camera di Commercio). E’ ormai elemento consolidato che il fatturato della cantieristica dipenda per oltre il 90% dall’export ma è altrettanto vero che il mercato nazionale e buona parte di quello dell’Area Mediterranea, target prioritari di moltissime piccole aziende del settore, sono ancora molto sofferenti. Nel corso degli anni – si legge nel rapporto di Cna – si è gradualmente ridotto il peso delle vendite dirette verso l’Unione europea (dal 59,7 al 53,7% tra il 2008 e il 2013) ed è aumentato quello verso i paesi emergenti, in particolare dell’Asia orientale (da 6 per cento a 8,3% nello stesso periodo) o dell’America centro meridionale (da 3,3 a 3,7 per cento). Russia e Middle East si confermano invece come mercati di interesse capaci di assorbire buone percentuali di export della cantieristica europea che non trova soddisfazioni sui propri mercati interni. “Nel 2016 – continua Tongiani – è previsto un ulteriore incremento del 6% nel mercato delle imbarcazioni oltre i 50 metri. Le infrastrutture, per questa nuova sfida, sono determinanti per accogliere gli yacht di grandi dimensioni così come servono aree per il refitting in modo da offrire un sistema integrato di servizi che vada dalla produzione alla manutenzione, al restauro ed alla trasformazione. Questa è la sfida: diventare leader non solo per la produzione ma anche per il refitting”.

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