Micro imprese e banche non riescono più ad andare d’accordo. La colpa è della crisi che ha allontanato, rendendo sempre più complicati e tortuosi, i rapporti con l’istituto di fiducia. Le banche in questa delicata fase, nonostante i continui solleciti da parte del mondo politico, associativo e delle imprese, non stanno erogando liquidità, finanziamenti e prestiti. Di questo passo – ed è questo uno dei principali timori – le piccole imprese e gli artigiani rischiamo di finire tra le ganasce dell’usura e di attività estorsive. Un fenomeno che comincia a preoccupare Cna Massa Carrara (info su www.cna-ms.it) alla luce anche di alcuni preoccupanti dati. E’ cresciuta infatti, a riprova di un’affermazione forte quanto collegata alla realtà, la percentuale di imprese per cui la crisi economica e l’andamento dei mercati finanziari hanno modificato il rapporto con la loro banca. Il 67% delle micro imprese che si sono rivolte ad una banca negli ultimi tre mesi ha denunciato un ulteriore aumento delle difficoltà reali nell’accesso al credito. Inoltre, il 57% delle micro imprese locali ha accusato un peggioramento dei rapporti con il sistema bancario. Sono questi i due principali risultati emersi dall’indagine promossa da Cna su un campione di 400 micro imprese associate distribuite su tutto il territorio provinciale.

L’indagine realizzata sul modello dell’intervista telefonica, aveva come l’obiettivo quello di verificare se i rapporti tra le micro imprese appunto, e il sistema bancario, siamo peggiorati oppure migliorati.  Purtroppo, dalle risposte emerse, viene confermata la tesi che si sospettava: le banche hanno chiuso i rubinetti del credito. Non c’è quindi da stupirsi se Unioncamere Toscana nel tradizionale rapporto sull’economia ha sottolineato come nell’ultimo periodo si sia verificato un ulteriore calo della propensione agli investimenti. La dinamica dell’erogazione del credito alle imprese artigiane è, infatti, lenta e di difficile risalita e l’erogazione si sposta sempre più verso realtà maggiormente strutturate rispetto a micro realtà imprenditoriali che caratterizzano l’80% del tessuto economico. “La richiesta di maggiori garanzie, seguito dall’incremento di spese e commissioni bancarie e l’aumento di tassi di interesse passivi – analizza Paolo Ciotti, Direttore Provinciale Cna – sono le cause che hanno deteriorato il rapporto tra le piccolissime aziende ed il sistema creditizio”. Il volume dei finanziamenti garantiti è diminuito nel primo semestre di circa il 14% e paradossalmente il ruolo degli istituti di Garanzia è andato sempre più aumentando, visto che in un momento di sfiducia, per le banche avere contro garanzie risulta vitale per l’erogazione dei prestiti. “Le imprese devono continuare a lottare da sole di fronte a questi soprusi? – è la domanda degli artigiani – Lo stesso Osservatorio sul Credito che avrebbe dovuto permettere al Prefetto di individuare tempestivamente eventuali criticità nel mercato del credito a imprese e famiglie, cercando di comprenderne le cause e di informando direttamente la Regione, che fine ha fatto? Se infine consideriamo che il numero degli “sfiduciati” tra gli imprenditori, ovvero di coloro che hanno deciso, nonostante i grossi problemi di liquidità, di non ricorrere all’aiuto di una banca, è in forte crescita. – conclude ancora Ciotti – tutti i segnali sono estremamente preoccupanti”. Come dimostra ancora il lavoro svolto da Unioncamere Toscana, le misure sempre più restrittive imposte dalle banche rischiano di indurre molte imprese a ricorrere a forme di approvvigionamento del credito in maniera irregolare: “con il pericolo – sentenzia Ciotti – di un forte aumento dell’usura e delle attività estorsive”.