66,5% il Total Tax Rate a Firenze: gli imprenditori per pagare le tasse devono lavorare fino al 30 agosto (243 giorni di lavoro); va meglio ad Arezzo: 55,4%, comunque gli imprenditori aretini si libereranno delle tasse solo il 20 luglio.

Risulta dal rapporto CNA “Comune che vai, fisco che trovi 2019” presentato martedì 17 settembre a Roma, nella sede CNA Nazionale.

Il Total tax rate per artigiani e piccole imprese arretra finalmente. Risulta dalla proiezione per l’anno in corso elaborata dal Rapporto annuale dell’Osservatorio CNA sulla tassazione delle Pmi “Comune che vai, fisco che trovi 2019”.

L’aliquota fiscale totale media sui profitti delle piccole imprese quest’anno scenderà al 59,7% contro il 61,2% del 2018. Tornando quasi ai livelli del 2011, quando era al 59%. E’ il risultato dell’innalzamento al 50% della deducibilità Imu sugli immobili strumentali introdotta dalla Legge di Bilancio 2019 su pressione, in particolare, della CNA che ne ha fatto un cavallo di battaglia.

LA TOSCANA

Il peso complessivo del fisco (Total Tax Rate) sulle piccole imprese e sugli artigiani nel 2019 sarà al 59,7%. In Toscana ben 4 capoluoghi di provincia superano questa media: Firenze, Grosseto, Livorno e  Pisa.

A Firenze, quinto posto in Italia tra le città più tartassate, la pressione fiscale complessiva sulle piccole imprese nel 2019 sarà del 66,5%; a Grosseto, ottavo posto, del 65,3%; a Livorno, cinquantesimo posto, del 60,3%; a Pisa, sessantaduesimo posto, del 59,8 %. Fra Firenze e Arezzo, che ha la tassazione più bassa in Toscana (55,4%), la differenza è di ben 11,1 punti (a livello nazionale è di quasi 17 punti).

A Firenze le imprese lavoreranno fino al 30 agosto per pagare le tasse, ben 243 giorni; quelle di Arezzo cominceranno a produrre per sé dal 20 luglio, ma sono sempre 202 giorni di lavoro impiegati solo per il fisco. E il reddito mensile che rimane all’imprenditore a Firenze scende al 33,5% (1.396 euro), mentre la contrazione di Arezzo è più contenuta: 44,6% pari a 1.860 euro. Dentro questa forbice tutte le altre realtà toscane: l’impresa di Grosseto lavora per il fisco 238 giorni restando con 1.448 euro mensili, quella di Livorno 220 giorni e 1.653 euro, quella di Pisa 218 giorni con 1.675 euro, quella di Siena 217 giorni con 1.690 euro, quella di Pistoia 214 giorni con 1.722 euro, quella di Lucca 213 giorni e 1.732 euro, quella di Prato 212 giorni con 1.751 euro, quella di Massa 210 giorni con 1.774 euro e quella di Carrara 209 giorni con 1.780 euro.

Risulta dal rapporto 2019 dell’Osservatorio CNA “Comune che vai, fisco che trovi 2019”, che analizza il peso del fisco sul reddito delle piccole imprese in 141 comuni del Paese, tra i quali tutti i capoluoghi di provincia e di regione. I calcoli sono effettuati su un’impresa tipo: una ditta individuale manifatturiera, con un laboratorio di 350 mq, un negozio di 175 mq, 5 dipendenti, ricavi per 431mila euro ed un reddito d’impresa di 50mila euro/anno.

Total Tax Rate

L’aliquota fiscale totale (nazionale, regionale e comunale) nel 2019 arriverà – dato medio su Italia – al 59,7%. Firenze è nella top ten delle città italiane con peso fiscale complessivamente più alto su artigianato e piccola impresa. Nella classifica della imposizione fiscale sui ‘piccoli’ nelle 141 città, dopo Reggio Calabria (69,8%) la città più tartassata in Italia, Bologna (68,7%), Roma (67,0%), Napoli (66,7%), al quinto posto c’è Firenze con una pressione fiscale del 66,5%. La tassazione più bassa fra i capoluoghi di provincia in Toscana si registra ad Arezzo (55,4). In Italia la città più virtuosa è Bolzano  con una pressione fiscale del 53,0%.

La classifica toscana: Firenze 66,5% – Grosseto 65,3% – Livorno 60,3% – Pisa 59,8% –  Siena 59,4% – Pistoia 58,7% – Lucca 58,4% – Prato 58,0% – Massa 57,4% – Carrara 57,3% – Arezzo 55,4%.

 Tax Free Day

L’Osservatorio CNA sulla tassazione delle PMI calcola anche, città per città, il “tax free day” , cioè il giorno dell’anno nel quale una piccola impresa smette di lavorare per pagare tasse, imposte e contributi, e comincia a produrre reddito per il titolare; è un modo semplice per capire fin dove arriva in dodici mesi la mano del fisco sulle piccole imprese.

Il “tax free day” in Toscana: a Firenze nel 2019 il fisco impone di lavorare per pagare le tasse fino al 30 agosto; ad Arezzo fino al 20 luglio. La classifica toscana: Firenze (30 agosto) – Grosseto (25 agosto) – Livorno (7 agosto) – Pisa (5 agosto) – Siena (4 agosto) –Pistoia (1 agosto) – Lucca (31 luglio) – Prato (30 luglio) – Massa (28 luglio) – Carrara (27 luglio) – Arezzo (20 luglio).

 Un percorso virtuoso solo alle prime mosse

La crescita della pressione fiscale sulle piccole imprese, quindi, non è ineluttabile. Ma il percorso virtuoso è solo alle prime mosse. Qualche passo in avanti è stato compiuto e sono state, infatti, trasformate in legge alcune importanti proposte della CNA: l’introduzione del regime forfettario di tassazione del reddito d’impresa, l’introduzione del regime di cassa per la determinazione del reddito delle imprese in contabilità semplificata, l’abrogazione degli studi di settore.

A incidere sulla riduzione del Ttr è soprattutto l’innalzamento al 50% della deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali, vale a dire i capannoni, i laboratori, i negozi, vitali per un’impresa, per l’imprenditore come per i suoi dipendenti. La Legge di bilancio 2019 che l’ha prevista ha anche fissato al 2023 la sua totale deducibilità. Per rendere evidente l’immediato impatto di questo provvedimento, se fosse partita da quest’anno la totale deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali, il Ttr medio nazionale si sarebbe fermato al 57,2 per cento, che significa -2,5 per cento rispetto al dato attuale. Lasciano inoltre perplessi i primi risultati dell’applicazione degli Indici sintetici di affidabilità (Isa). CNA ha motivo di ritenere che moltissimi giudizi non siano coerenti con i reali livelli di affidabilità dei bilanci delle imprese. Chiede, quindi, che gli Isa siano oggetto di una corretta messa a punto prima di poter essere utilizzati quale strumento di selezione delle posizioni da sottoporre ad accertamento per quanti abbiano un punteggio inferiore a sei.

Lo scenario alternativo: le proposte della CNA

Molto rimane ancora da fare per arrivare a un fisco più equo e sostenibile per le piccole imprese. Secondo la CNA occorre agire senza indugio prima di tutto per semplificare il sistema, ancora molto complesso.

Sette sono le principali linee di azione:

  • Ridurre la tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo, partendo dai redditi medio-bassi, utilizzando le risorse provenienti dalla “spending review” e dalla lotta all’evasione.
  • Rivedere la tassazione Irpef delle imprese personali e degli autonomi.
  • Rendere l’Imu pagata sugli immobili strumentali delle imprese completamente deducibile dal reddito d’impresa a partire già dall’anno d’imposta 2019.
  • Definire il concetto di insussistenza di autonoma organizzazione ai fini del non assoggettamento all’Irap e aumentare la franchigia Irap ad almeno 30mila euro.
  • Rivedere i criteri per l’attribuzione dei valori catastali degli immobili, al fine di allinearli ai valori di mercato ad invarianza di gettito.
  • Agevolare il passaggio generazionale delle imprese individuali tramite la completa neutralità fiscale delle cessioni d’azienda, al pari di quanto previsto in caso di conferimenti.
  • Evitare di spostare sulle imprese gli oneri dei controlli attraverso un uso intelligente della fatturazione elettronica BtoB, eliminando nel più breve tempo possibile tutti i regimi Iva del “reverse charge” attualmente previsti, lo “split payment” nonché la ritenuta dell’8% applicata sui bonifici relativi a spese per cui sono riconosciute le detrazioni fiscali.