I dati dell’indagine Trend sulla provincia di Massa Carrara: artigianato mai così male come nel 2012. Crollo del fatturato (-22,4%) e delle costruzioni (-34%); in difficoltà tutti i settori più importanti. Disoccupazione al 13%. Le future opportunità dell’area Eaton e del Sin, quelle mancate dell’Ospedale Unico e delle gare pubbliche: burocrazia grande danno per imprese. A luglio 2013 però si registra un ritrovato clima di fiducia: i dati Istat. Paolo Bedini, Presidente Provinciale Cna Massa Carrara: “Territorio ha futuro ma servono scelte decise”.

-22,4% di fatturato rispetto ad un anno fa per l’artigianato apuano contro il -3,7% regionale. 100 milioni di euro in meno negli ultimi 2 anni, in pratica 1 terzo dell’attuale volume di fatturato complessivo di tutti i settori, 64milioni solo nell’ultimo: è questo il valore espresso in monete della crisi per le imprese apuane.  Il fatturato è passato da 287milioni di euro del 2012 a 223milioni di euro. La recessione e la congiuntura colpiscono duro artigiani, piccole e medie imprese del territorio costrette a fare i conti con fattori “locali” come l’immobilismo e la scarsa reattività da parte degli Enti Locali, non ultima l’opportunità mancata dell’Ospedale Unico di Massa Carrara (ma la lista è lunga), e “nazionali” come la pressione fiscale che ha toccato livelli record (oltre il 72%). Ma non solo ovviamente. A dirlo è Cna Massa Carrara alla vigilia del “rompete” le righe con la chiusura per ferie delle imprese. Capire oggi quante riusciranno ad alzare la saracinesca a settembre è molto difficile: “ci sono imprese che non apriranno – sentenzia Paolo Bedini, Presidente Provinciale Cna Massa Carrara – perché non hanno più la forza per andare avanti, e forse io dico, nemmeno più la volontà. Fare impresa è diventata una sfida titanica ma noi non molliamo: se cadono gli artigiani questa provincia muore”.

52milioni dei 64milioni complessivi che mancano alla voce fatturato nel 2012 (rispetto all’anno prima, il 2011) sono direttamente collegabili al tracollo del settore costruzioni che perde il 34% di fatturato (-6,8% a livello regionale), un altro record purtroppo, dopo aver lasciato nel 2011, rispetto al 2010, altri 18 milioni di euro. Solo le costruzioni, comparto che rappresenta il 45% dei ricavi totali su base provinciale, ha bruciato 70 milioni di euro nell’ultimo biennio. Nel 2012 il fatturato totale del settore è passato da 153 milioni a poco più di 100milioni: -34,1% appunto. Una caduta verticale paragonata ai dati dell’indagine Trend del 2011 rapportato al 2010 dove l’artigianato nel suo complesso aveva perso “solo” il 10,6% contro una performance regionale che si era attestata al di sotto del 4%; ed anche in quel caso ci eravamo meritati la maglia nera. Il 2012, questa la brutale sostanza, si è chiuso ancora peggio rispetto al 2011 che già non era stato un anno facile. Gli unici settori che mostrano segnali positivi sono il tessile (+30,2%) che rappresenta però una modesta fetta del fatturato prodotto, appena 700mila euro ma in crescita, la pelle che chiude con un timido + 0,9%, pari a 277mila euro di fatturato e gli alimentari con un poderoso 23,4% in controtendenza rispetto alla cornice toscana dove perde invece il 13,3%. “Se il 2011 avevamo detto era stato il peggio degli ultimi 20 anni non potevamo immaginarci di trovarci un anno dopo a commentare dati ancora più negativi dell’anno prima; – spiega Bedini – è evidente, ed i dati della nostra indagine lo confermano, che il 2012 è stato l’anno peggiore di sempre. Il tasso di disoccupazione ha toccato livelli record, oltre il 13% ed anche questo è un elemento non trascurabile. Se continuano a chiudere le imprese artigiane questo dato è destinato ad aumentare ancora”. Per fermare l’emorragia Cna “qualche proposta, nel corso di questi anni, l’aveva fatta a partire proprio dall’edilizia – analizza Paolo Ciotti, Direttore Provinciale Cna Massa Carrara che queste battaglie le aveva seguite da vicino – il mega appalto dell’Ospedale Unico su cui ci siamo già espressi è una icona, ma poco, pochissimo si è fatto per tentare per esempio di tenere gli appalti con gare pubbliche sul territorio. In questo modo non solo non si è sostenuto le imprese, ma si è contribuito indirettamente al clima di sofferenza e all’aumento dei disoccupati. Non voglio dire che le colpe sono solo ed esclusivamente degli Enti Locali, ma una buona parte di responsabilità sono legate alla gestione poco attenta a livello territoriale. Siamo ben consapevoli che la crisi ha ben altra portata, ma chi doveva decidere si è lasciato travolgere senza reagire”.

Tornando ai dati “freschi” di Trend, l’indagine di Cna realizzata analizzando i numeri e la contabilità delle imprese associate, non va meglio per gli altri due macro-settori del nostro artigianato: il manifatturiero lascia nel 2012 il 13,7%, circa 7milioni di fatturato in meno, mentre i servizi il 6,%, all’incirca 5milioni di euro. I conti sono presto fatti. Scontano la crisi internazionale settori con forte propensione all’export, legati all’automotive e all’industria della componentistica, come la metalmeccanica (-19%) che vale il 70% del volume di fatturato totale del comparto, ed i trasporti (-5,6%). Diminuzioni di fatturato anche per il legno (-14,9%), riparazioni (-7,6%) e servizi alle imprese (7,7%). “Il quadro è fosco, i dati parlano chiaro, la crisi sta spolpando le imprese e le misure adottate, o non adottate, non sono state sufficienti; – sottolinea Bedini – nonostante tutto si avverte, è l’Istat a dirlo, un clima di ritrovata fiducia ed ottimismo”.

Lavoro. Non va bene nemmeno sul fronte dell’occupazione: il tasso di disoccupazione ha sfondato, nel 2012, la soglia del 13%, più del doppio rispetto al 2004, 3 punti percentuali in più rispetto al 2008 anno di riferimento per l’inizio della crisi. Diretta conseguenza è il numero dei disoccupati che sono 12mila circa secondo l‘Istat; erano 6mila nel 2004, +50% in otto anni. Anche sul fronte delle retribuzioni si registra una flessione preoccupante (-14,8%) rispetto al contesto regionale (-0.9%) ad ulteriore riprova delle difficoltà occupazionali. Una piccola parte degli addetti-lavoratori ha tentato la strada dell’imprenditorialità: il saldo positivo tra imprese nate e cessate nel 2012 (dato Movimprese) è infatti positivo con 77 aperture e una percentuale del +0,30%.

Sin e Eaton. Lo sblocco del Sito di Interesse Nazionale e l’utilizzo dell’area Eaton siano una nuova opportunità per il territorio. Secondo Cna Massa Carrara ci sono ancora aziende che hanno risorse e forza per investire ma bisogna metterle in condizioni di farlo “tagliando” la burocrazia e accelerando i processi di insediamento perché “chi fa impresa non può aspettare: burocrazia e imprese vanno oggi a due velocità completamente diverse – spiega Ciotti – dobbiamo accorciare questo gap”. Dal momento della progettazione all’utilizzo del capannone possono passare anche 6/7 anni: “una follia – fa notare – in 2 anni il mondo è cambiato, figuriamoci come cambia in 7. Se non capiamo questo aspetto fondamentale è giusto piantarci gli ortaggi nelle nostre aree artigianali e cambiare mestiere, lasciamo fare gli imprenditori a qualcun altro che magari oggi è comodamente seduto dietro una scrivania a decidere del nostro futuro senza muovere un dito”.

Clima fiducia. L’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane sale a luglio a 79,6 da 76,4 di giugno. A dirlo è l’Istat. L’aumento dell’indice complessivo riflette il miglioramento della fiducia diffuso in tutti i settori economici oggetto di indagine: dalle imprese manifatturiere e di costruzione, a quelle del commercio al dettaglio e dei servizi di mercato. L’indice del clima di fiducia delle imprese manifatturiere aumenta, passando da 90,5 di giugno a 91,7. I giudizi sugli ordini e le attese di produzione migliorano (da -39 a -37 e da -2 a 0, i rispettivi saldi); il saldo relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino passa da 1 a 0. L’indice del clima di fiducia delle imprese di costruzione sale da 71,1 di giugno a 76,5. Migliorano sia i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione sia le attese sull’occupazione (i saldi aumentano da -56 a -52 e da -27 a -20, rispettivamente). L’indice del clima di fiducia delle imprese dei servizi di mercato sale da 70,7 di giugno a 75,6. Crescono i saldi dei giudizi e delle attese sugli ordini (da -29 a -27 e da -17 a -11, rispettivamente) e migliorano le attese sull’andamento generale dell’economia italiana.

Tavolo delle Emergenze. Cna torna a sostenere la necessità, a settembre, di convocare un tavolo per le emergenze economiche; un momento di incontro tra tutti i rappresentanti degli Enti, delle associazioni economiche ed i parlamentari eletti a livello provinciale. “Saremo promotori di questa nuova fase – assicura Bedini – la nostra associazione fino ad oggi si è assunta la responsabilità di non subire le scelte o peggio ancora le non scelte di un territorio che può ancora avere, ne sono sicuro, un futuro”.