CNA Fita ha analizzato nei dettagli l’impatto che  produce l’attuale chiusura della E45 in termini di costi aggiuntivi per il settore delle imprese di autotrasporto verificando tutti i possibili percorsi alternativi

CNA Fita Toscana confida che, a seguito delle analisi condotte da Anas, il viadotto sia riaperto al più presto; in caso contrario chiede al Governo un indennizzo per le imprese di autotrasporto che lavorano su questa tratta

L’articolo pubblicato sul quotidiano La Nazione giovedì 31 gennaio

 

Le analisi condotte da Anas confermerebbero la possibilità di circolazione anche dei mezzi pesanti sul viadotto Puleto della E45, chiuso da due settimane. CNA Fita Toscana confida che, alla luce di queste novità, il viadotto sia riaperto al più presto, poiché  la sua chiusura, a fronte di un’assoluta mancanza di alternative, è drammatica per le imprese di autotrasporto producendo ingenti danni in termini di tempi e costi.

“In caso contrario – dichiara il Presidente CNA Fita Toscana,  Giuseppe Brasini  – CNA Fita chiede al Governo e in particolare al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli,  un indennizzo per le imprese che abitualmente lavorano su questa tratta; che  si trovino quindi soluzioni che possano compensare l’aumento di costi, così come sono state trovate per il crollo del ponte Morandi a Genova: in questo caso sono stati stanziati nella legge di bilancio 80milioni di euro per l’anno 2019 e altrettanti per il 2020 per compensare le maggiori spese delle imprese di autotrasporto che percorrono abitualmente tale percorso”.

“CNA Fita – spiega il Portavoce regionale del settore trasporto merci, Michele Santoni – ha analizzato nei dettagli l’impatto che  produce l’attuale chiusura della E45 in termini di costi aggiuntivi per il settore delle imprese di autotrasporto verificando tutti i possibili percorsi alternativi.  L’analisi è stata effettuata considerando tutti i costi che un’impresa di autotrasporto deve sostenere per l’effettuazione di un viaggio “tipo” da Arezzo a Cesena”.

Il viaggio di un mezzo pesante nella tratta Arezzo – Cesena prima della chiusura del viadotto Puleto, quindi con la E45 aperta, costava all’azienda € 178 ( Km. 130 – 2 ore e 10 minuti).  Con la E45 chiusa il percorso Arezzo – Cesena può essere effettuato sull’A1 fino a Bologna e poi l’A14 fino a Cesena, ma questa alternativa raddoppia i costi per l’impresa di autotrasporto: € 368 (Km. 270 – 3 ore e 30 minuti); inoltre intensifica nodi infrastrutturali che già in condizioni normali presentano forti criticità di traffico intenso: Firenze, Variante di Valico, Bologna, A14. Per non parlare poi del percorso Arezzo – Gubbio – Fano – Cesena (passo della Contessa): € 353 (km. 255 – 4 ore e 20 minuti) o del tratto Arezzo – Perugia – Ancona – Cesena (strada statale 318): € 448 (Km. 340 – 5 ore e 30 minuti). Costi minori percorrendo il passo dei Mandrioli (€ 204) o le Balze (€ 256), in inverno però problematici a causa di neve o ghiaccio. La Tiberina 3bis, unica alternativa a basso impatto per le imprese di autotrasporto (€ 195 – km. 139 – 2 ore e 23 minuti), purtroppo, è da anni chiusa per frane e ,anche se si procedesse ad effettuare i lavori di ripristini, i tempi non saranno certo brevi.

Commenta Santoni: “Nell’attuale situazione la scelta del percorso non può essere che A1- A14 (Arezzo-Bologna-Cesena), che comporta un aumento pari al 106,7 % ad ogni singolo passaggio. Facendo un esempio di un’azienda che tutti i giorni con un parco veicolare di 5 mezzi percorre questa tratta si trova ad affrontare costi in più per € 1.900 al giorno, cioè € 40.000 per ogni mese che la E45 continuerà ad essere interdetta ai mezzi pesanti!”

E Brasini conclude: ”E’ del tutto evidente che la chiusura della E45 danneggia l’intero comparto del trasporto merci, ma a farne maggiormente le spese sono gli autotrasportatori toscani (7.517 imprese, con circa 19.000 addetti), emiliani e umbri che utilizzano maggiormente questa infrastruttura”.