L’entrata, nel Decreto Ristori, delle categorie Taxi e Ncc è sicuramente un risultato importante per la CNA-FITA, frutto dei tavoli di concertazione instaurati con il Governo negli ultimi mesi.

Non si poteva rischiare che tali categorie rimanessero escluse dal provvedimento, alla luce del fatto che seppur le rispettive attività non siano state soggette a chiusura, è innegabile la crisi strutturale del lavoro che queste si trovano e si troveranno a dover affrontare nel breve- medio periodo.

Per questa ragione, la soddisfazione per il risultato raggiunto è senza dubbio mitigata dalle percentuali di indennizzo previste per taxi e Ncc, pari al 100% di quanto già ricevuto con la prima edizione dei ristori del decreto Rilancio. Tale percentuale, corrispondente ad un importo tra i 1000 e 2000 euro, ha aggravato il malcontento tra le file delle categorie soprattutto a fronte delle percentuali raddoppiate o addirittura quadruplicate previste per tutte le restanti attività incluse nel Decreto.

CNA-Fita Toscana condivide lo scontento relativo alla disparità di trattamento nell’assegnazione dei contributi a fondi perduto, e si auspica che taxi e Ncc possano ricevere un aiuto strutturale e non più occasionale che consenta loro di superare questa crisi.

Fino ad ora l’associazione si è dissociata dalle manifestazioni del comparto NCC e Taxi contro il governo. Ciò perché l’Unione, spiegano i portavoce Riccardo Bolelli (Ncc-bus), Corrado Mirannalti (Ncc-vetture) e Claudio Sbrana (taxi), predilige operare per la difesa degli interessi della categoria del trasporto pubblico non di linea attraverso il dialogo, fintanto che questo si dimostri fruttifero. Il dialogo politico portato avanti dai rappresentanti delle categorie, in particolare con la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli e con il sottosegretario Salvatore Margiotta, ha senza dubbio contribuito affinché i tassisti e i titolari di noleggio con conducente fossero inclusi tra le categorie destinatarie dei ristori, ma deve necessariamente continuare ed evolversi affinché il settore Ncc riceva misure più incisive. Il Decreto Ristori è sicuramente un primo passo importante, ma non può essere un punto di arrivo.

Capitolo diverso per le aziende degli Autobus, escluse da questi contributi. In Toscana sono state stanziate importanti risorse economiche per incrementare il TPL, ma adesso con le scuole che inizieranno la didattica a distanza, le chiusure delle attività alle 18 e le altre misure di contenimento mirate a non far spostare le persone si preannuncia un blocco totale del settore.

“In Toscana nel Post lockdown le imprese private hanno messo a disposizione più di 200 mezzi per incrementare il TPL e garantire il servizio. 200 mezzi vogliono dire più di 200

posti di lavoro – spiega Riccardo Bolelli, portavoce nazionale e regionale NCC-Bus -, e in questa situazione rischiamo di perderli tutti. Le nostre aziende hanno costi di gestione molto più alti delle altre attività e se dovremo fermarci di nuovo non saremo in condizione di ripartire. Non chiediamo contributi, chiediamo a gran voce di poter lavorare!”

La Regione Toscana ha più volte ascoltato le proposte di CNA per il comparto e questo lavoro ha portato un grosso beneficio per il trasporto pubblico locale. Le risorse stanziate dalla Regione sono fondamentali per il settore, quindi nei prossimi giorni continueremo il dialogo per far si che questi fondi possano arrivare nel più breve tempo possibile dalle aziende. Nei giorni scorsi abbiamo accolto con favore la notizia delle 600 corse aggiuntive di TPL, ma alla luce degli ultimi provvedimenti – in particolar modo il 75% di didattica a distanza – vogliamo capire cosa succederà alle nostre imprese.

CNA-Fita continuerà dunque il lavoro di concertazione con le istituzioni, a livello nazionale e regionale, per lavorare congiuntamente sulle misure da adottare nell’immediato e sull’organizzazione della ripartenza con adeguate misure di distanziamento.