Pubblichiamo a seguito il testo della lettera inviata oggi ai Senatori eletti in Toscana dal Presidente CNA Toscana Andrea Di Benedetto, dal Presidente regionale dell’Unione CNA Produzione  Mauro Sellari e dal Presidente regionale dell’Unione CNA Installazione Impianti Maurizio Narra:

ART. 10 DL N.34/2019: una norma che distruggerà un’intera filiera di imprese

L’art.10 ex  DL 34/2019 (Decreto crescita), pubblicato in Gazzetta Ufficiale in data 30 aprile 2019, modifica l’attuale disciplina in materia di incentivi per gli interventi di efficienza energetica e rischio sismico. Stando al dettato normativo, in alternativa al preesistente utilizzo diretto  delle detrazioni con aliquota del 50%  recuperabili in dieci anni da parte del committente, il soggetto avente diritto può optare per un’anticipazione delle stesse (pari al 50%), sotto forma di sconto da parte dell’impresa che effettua l’intervento e che quest’ultima recupererà come credito d’imposta nei cinque anni successivi.

La CNA ha subito evidenziato l’impatto estremamente sfavorevole che questo nuovo regime avrà sulle imprese di piccole e medie dimensioni, le quali costituiscono la quasi totalità delle imprese operanti nel settore.

Gli effetti negativi dell’articolo 10 potrebbero, in particolare, manifestarsi ad un duplice livello: microeconomico  e macroeconomico.

A livello microeconomico, è stato sottolineato come le imprese piccole e medie non posseggano capacità finanziare atte a sostenere l’onere derivante dal costo dell’intervento, ed andrebbero dunque incontro ad una crisi di liquidità in brevissimo tempo. Considerando anche la ritenuta d’acconto pari all’8%, queste imprese vedrebbero diminuire le proprie entrate del 58%. In aggiunta, quelle che non beneficiano di un credito d’imposta si troverebbero nell’incapacità di poter praticare lo sconto ai clienti. Questo scenario appare non eludibile, considerando non credibile una scelta del consumatore diversa da quella di poter recuperare in immediato metà della spesa sostenuta.

A livello macroeconomico, la norma contenuta nel decreto favorirebbe la concentrazione del mercato della riqualificazione energetica nelle mani di pochi operatori di grandi dimensioni, che già godono della leadership di mercato e che sono le sole ad avere sufficienti risorse finanziarie.

Un’ulteriore rischio è quello che deriva dall’attesa che intercorrerà fra la conversione in legge del decreto e l’emanazione delle disposizioni operative da parte dell’Agenzia delle Entrate, che comporterà probabilmente la frenata di un mercato, quello della riqualificazione energetica, che ha resistito alla crisi economica degli ultimi anni.

Queste ragioni hanno portato la CNA a proporre, con decisione, un emendamento di abrogazione dell’intero art.10, emendamento che tuttavia potrebbe essere non accolto.

Il quadro che ne deriva è estremamente allarmante, dato che la misura in oggetto potrebbe desertificare, in poco tempo, tutta la filiera di imprese collegate al risparmio energetico, una filiera che riguarda un gran numero di aziende ed occupa decine di migliaia di persone; basti pensare alle imprese dei serramenti, agli installatori di impianti, alle aziende edili che realizzano sistemi di coibentazione e risparmio energetico fino alle imprese che realizzano impianti fotovoltaici.

Pertanto, nel caso si proceda alla conversione in legge dell’art. 10 di tale decreto, ci attiveremo per attuare ogni forma di mobilitazione e protesta e ci muoveremo per presentare ricorso all’AGCM e al Tribunale Civile di Roma, previa raccolta di adesioni fra i soci di CNA che operano nei settori interessati dalla norma.

Per questi motivi, ribadiamo la nostra ferma richiesta di stralciare l’art. 10 dalla conversione in legge del DL n. 34, ricordando le conseguenze disastrose che sarebbero determinate dall’entrata in vigore della predetta norma. 

In allegato la lettera in originale Art. 10 Decreto Crescita