Molte piccole imprese potrebbero avere un valore inferiore a 6 ed essere così inserite nelle liste selettive per i controlli. “E’ necessario definire meglio il calcolo di questo valore, per evitare alle piccole imprese artigiane di dover dimostrare, anche senza motivo, la correttezza del loro operato”.

Con la prima applicazione degli Isa, indici sintetici di affidabilità, più di 150 mila piccole imprese italiane, fino ad oggi congrue rispetto agli Studi di settore, potrebbero ottenere una valutazione negativa. A lanciare l’allarme è Cna, l’associazione degli artigiani e della piccola e media imprese: “Abbiamo motivo di credere – spiega Cna Grosseto – che tante Pmi, in linea con gli Studi di settore degli anni passati, potrebbero ottenere un valore Isa inferiore a sei, e quindi rientrare in liste selettive di accertamento. Questa dato, però, potrebbe non essere in linea con i reali livelli di affidabilità dei bilanci delle imprese”.

“Per questo crediamo – spiega Anna Rita Bramerini, direttore di Cna Grosseto – che gli Isa debbano essere oggetto di una corretta messa a punto, prima di poter essere usati come strumento di selezione delle posizioni da sottoporre ad accertamento. Siamo quasi a fine settembre e ancora non abbiamo certezze su come verranno gestiti i molteplici errori riscontrati nelle precompilate, le numerose ‘anomalie’ da giustificare nelle annotazioni.  Il pericolo è quello di dovere impiegare tempo e risorse per dimostrare la correttezza dell’operato delle imprese, senza motivi oggettivi”.

Gli Isa hanno l’obiettivo di favorire l’assolvimento degli obblighi tributari e incentivare l’emersione spontanea di redditi imponibili, attraverso una misurazione statistica ed economica di dati e informazioni relative a più periodi di imposta, fornendo una sintesi di valori che dovrebbe consentire di verificare la correttezza della gestione professionale o aziendale dei contribuenti.

“Lavoreremo, avvalendoci della Consulta nazionale dei Caf, che si interfaccia con l’Agenzia delle entrate – conclude Bramerini – , perché siano apportati correttivi in base alle reali situazioni delle piccole imprese artigiane”.