Ben vengano attività artigianali gestite da imprenditori stranieri, ma devono rispettare le regole vigenti in Italia e nel comune che le ospita. Gli artigiani apuani non temono il confronto con imprese e professionalità provenienti da altri paesi, che al contrario portano sul mercato stimoli e competizione, ma sono preoccupati che questo confronto avvenga ad armi impari. Le regole, in buona sostanza, devono essere uguali per tutti fanno capire Cna e Confartigianato in una nota congiunta. Chiaro il riferimento all’apertura a Massa, sul Viale Roma, di un’attività di acconciatura gestita da imprenditori di nazionalità cinese che effettuano servizi a prezzi inferiori – come ampiamente pubblicizzato – rispetto ai colleghi italiani. “Non è una questione di nazionalità, né di religione ne tanto meno di altra natura – spiegano Cna e Confartigianato – ci mancherebbe. La categoria degli artigiani è vivace e creativa grazie proprio al confronto tra colleghi ed imprese provenienti da esperienze diverse che è sempre molto stimolante purché sia un confronto ad armi pari. Questo crediamo sia un valore importante per chi fa impresa. Vigileremo affinché queste regole siano rispettare confidando che anche le istituzione e tutti i soggetti che ne hanno competenza si rendano garanti del rispetto delle normative”. Non si tratta – tengono a precisare le due associazioni – di “paura del diverso”: “I clichè non ci riguardano – analizzano ancora – sul mercato ha ragione chi garantisce professionalità e un rapporto tra prezzo e qualità adeguato alla tipologia di servizio. Tutto il resto non conta”. Uno dei nodi è quello degli orari di apertura. Nel Comune di Massa gli acconciatori – come precisato da ordinanza del sindaco – possono restare aperti da un minimo di 6 ad un massimo di 11 ore al giorno ed in una fascia compresa tra le 8 e le22. Inteoria le attività “potrebbero” restare aperte fino dopo cena. Domenica chiuso. “In questo senso vigileremo – annunciano Cna e Confartigianato – c’è una normativa che disciplina le aperture e le chiusure e che vale per tutte le attività del settore”. Le due associazioni aprono una piccola parentesi sulla questione dei prezzi, più o meno vantaggiosi, pubblicizzati dal negozio di acconciatura di Viale Roma. Prezzi che gli acconciatori del territorio non sono in grado di applicare, se si vogliono garantire i livelli assicurativi e retributivi dei dipendenti e rispettare, i macchinosi meccanismi indotti dai parametri dei requisiti igienico-sanitari. “Qualche interrogativo, dunque, ce lo poniamo – commentano Cna e Confartigianato – perchè sappiamo che certi prezzi, gli acconciatori che fino ad oggi hanno garantito quel servizio proprio non se li possono permettere e non certo per loro espressa volontà. In questo normative, pressione fiscale e burocrazia certo non ci aiutano”.