Le imprese tornano ed investire. Il dato – +100,2% – è un chiaro segnale di una fiducia che progressivamente sta tornando, anche se lo score impressionante – il più alto di tutta la Toscana – non deve ingannare. Rispetto 2008 hanno chiuso le saracinesche 588 aziende, 246 tra il solo 2011 e 2010 su un totale di 14159 imprese (dato riferito al 31 dicembre 2011). “Siamo ancora – smorza l’entusiasmo Ugo Da Prato, Presidente Provinciale Cna Lucca – nel pieno della crisi. Ci troviamo ancora in una fase di sofferenza ed il trend, nell’ultimo semestre del 2011, non è positivo”. Le imprese artigiane, questa la sintesi, sono tornare ad investire per acquistare macchine, attrezzature, innovazione e tecnologia ed essere così pronte alla competizione internazionale. “Il dato interessante – analizza ancora Da Prato – è che non si tratta di investimenti per la ristrutturazione finanziaria. Staremo a vedere quali effetti produrrà nel medio periodo”.

Il raddoppio degli investimenti, rispetto al primo semestre del 2010, è la vera “notizia” dopo due anni da profondo rosso per l’artigianato e le piccole e medie imprese lucchesi evidenziata dall’analisi del progetto Trend realizzata da Cna Lucca (info su www.cnalucca.it) presentata in Camera di Commercio giovedì 2 febbraio. L’indagine, che avvia un percorso statistico iniziato lo scorso anno dall’associazione degli artigiani, fotografa l’economia artigiana secondo i dati di contabilità: fatturato, costi (retribuzioni, consumi) e investimenti. Alla presentazione anche il Presidente della Camera di Commercio, Claudio Guerrieri che si è detto “ottimista” e “fiducioso” nonostante l’altalena di performance: “le piccole imprese e gli artigiani – ha spiegato – costituiscono il miracolo italiano. Sono flessibili, creative, dinamiche. Ce la possiamo fare”. L’Assessore Provinciale alle Attività Produttive, Francesco Bambini ha parlato di “dati interessanti”: “Ora non dobbiamo abbassare la guardia sulle politiche territoriali che possono attivare meccanismi virtuosi – ha spiegato”.

L’analisi. Reggono le costruzioni (-1,2%) che comprendono al suo interno anche il lapideo, e il manifatturiero (+0,4%) dove troviamo anche nautica ed in generale tutti i settori con alta propensione all’export; in difficoltà i servizi (-15,4%) fortemente penalizzati dalla voce trasporti (-33%) e dalla cattivissima performance del tessile-calzaturiero (-26,6%) e delle riparazioni (-12,3%). Tutto sommato poteva anche andare peggio, ed invece, l’artigianato lucchese ha dimostrato di “sopportare” (in parte) l’urto prolungato della crisi internazionale e delle difficoltà strutturali interne. Per le aziende artigiane e le pmi il “post-crisi” non è mai iniziato ma i segnali, se pur deboli, devono essere letti in chiave ottimistica. Complessivamente l’artigiano lucchese ha prodotto nel primo semestre del 2011 un volume di affari di 255 milioni di euro, 11 milioni in meno circa rispetto allo stesso periodo dell’anno (-4,2%), leggermente meglio con quanto accaduto a livello regionale (-4,6%). L’altro dato sensibile è il peso del mondo artigiano per meglio comprenderne la strategica importanza: “il 36% dell’intera economia – ha spiegato Stephano Tesi, Direttore Provinciale Cna Lucca – ed il 20% degli occupati, pari a 25 mila addetti”.

Retribuzioni&Consumi. In frenata le retribuzioni (-24,5%), ovvero “quanto costa il lavoro per le imprese” ha spiegato Tesi, ed i consumi (-11,3%) che invece rappresentano quando un’azienda spende. I due indicatori, strettamente collegati l’uno all’altro, sottolineano le criticità occupazionali dell’artigianato (ed in generale tutti gli altri settori). I due indicatori, indici di “benessere” aziendale, sono molto peggiori rispetto alla media regionale. “Il dato sulle retribuzioni – ha analizzato ancora Tesi – è frutto del restringimento dell’occupazione: licenziamenti ma anche i contratti a tempo determinato che non sono stati rinnovati”.

Costruzioni: il settore edile vale quasi la metà del volume d’affari generato dall’artigianato lucchese (48,1%) con oltre 122 milioni di euro. Rispetto al 1 semestre del 2010, il comparto arretra dell’1,2% (pari a 1,5 milioni di euro), una diminuzione piuttosto contenuta ed inferiore alla contrazione regionale, che è stata del 3,2%. Più accentuate sono state invece le diminuzioni fatte registrare dai fattori di costo, che diminuiscono rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e, soprattutto, scendono marcatamente rispetto alla seconda parte del 2010, che aveva visto, al contrario, un balzo in avanti. In aumento gli investimenti che fanno registrare un importante incremento.

Manifatturiero: secondo macro-settore per importanza con un fatturato di 77,8 milioni (30,5%), il comparto aumenta i propri ricavi dello 0,4%, mentre a livello regionale si è avuta una contrazione del 3,4%. Al proprio interno si notano performance piuttosto differenziate: bene gli alimentari e la metalmeccanica, che si incrementano, rispettivamente, del 15,4% e del 4,6%. Diminuiscono il proprio fatturato il legno (-9,5%) ed il Tessile (-26,6%); è sostanzialmente stabile la pelle (comprendente anche le calzature) che arretra dello 0,8%, anche se il dato pare essere negativo se confrontato con la situazione regionale, dove la pelle aumenta i propri ricavi del 15,3%. “La Provincia di Lucca è la seconda a livello regionale per propensione all’export – analizza il Direttore Cna – ad essere più in sofferenza è il mercato interno e questo spiega il dato”. Caso a se la nautica, “settore di eccellenze – come ha ricordato Andrea Giannecchini, Responsabile Cna Nautica Nazionale parlando di un “mercato che ha confermato il trend” e rilanciando la necessità di un “patto di filiera”. “Se da un lato si registra, nel distretto di Viareggio, una tenuta da parte dei grandi gruppi, dei cantieri navali, dall’altro c’è una difficoltà strutturale dei gruppi minori che non riescono ad aggredire i mercati emergenti. Serve un patto di filiera per mantenere il primato mondiale nella produzione e nel refit di mega yach”.

Servizi: con un fatturato di 54,9 milioni, che rappresentano il 21,5% dell’intero fatturato artigiano lucchese, il comparto servizi arretra del 15,4%, perdendo circa 10 milioni. Le difficoltà del settore sono confermate anche dalla situazione regionale, che vede una diminuzione del giro d’affari del 9,5%. Al proprio interno solo i Servizi alle imprese incrementano il proprio fatturato (+32,3%), mentre gli altri settori si contraggono: le Riparazioni (-12,3%) che producono un fatturato di quasi 21 milioni, i Servizi alle Famiglie (-10,7%) ed i Trasporti (-33,5%). I trasporti, dopo questa pesantissima frenata (-7,3% a livello regionale) non rappresentano più il principale comparto del terziario. “In questo comparto troviamo – evidenzia Tesi – il settore benessere, le lavanderie. E’ un settore che risente del calo dei consumi delle famiglie: sono strettamente collegati. C’è invece una performance buona dei servizi alle imprese, ovvero, di quelle aziende funzionali alle attività degli artigiani come l’informatica, la grafica per esempio. Il terziario si sta preparando alla ripresa”.

Le prospettive. Artigiani e piccoli imprenditori sono tornati ad investire in maniera importante e da questo dato Cna Lucca vuole ripartire. L’indagine evidenzia, abbastanza a sorpresa, uno score superiore al 100% rispetto allo stesso periodo del 2010. La tendenza – spiega Da Prato in conclusione della presentazione – va contro anche all’andamento regionale, che vede una brusca frenata della spesa per investimenti, diminuiti, rispetto al 1° semestre del 2010, del 60,2%. I segnali iniziano ad essere incoraggianti ma non dobbiamo assolutamente abbassare le difese di fronte alla crisi. Siamo ancora nel bel mezzo della tempesta”.